Socrate: una storia di infinito Amore!

Questa è la storia di un angelo a quattro zampe….il suo nome è Socrate. Da tempo in un quartiere della periferia romana si parlava di un cagnolino nero che in tanti riuscivano a vedere….o quantomeno intravedere da lontano…. ma che nessuno era riuscito a prendere. Il custode della scuola elementare raccontava di un cucciolo tutto scuro…. che all’imbrunire usciva da chissà dove….. giocava con i gatti e mangiava con loro..... probabilmente la notte si accoccolava con i suoi amici felini….. ma la mattina, al primo rumore umano, scappava veloce come una volpe e spariva mimetizzandosi con il mondo esterno. Il vecchio signore raccontava di sentirlo piangere….. un lamento straziante…. e che più volte aveva provato ad avvicinarlo. Lo aspettava all’imbrunire, lo aspettava all’alba, gli lasciava del cibo. Si scrutavano da lontano…. ma appena muoveva un passo Socrate indietreggiava e fuggiva via. Il vecchio guardiano aveva anche un grosso cane anziano, Teo, che zoppicava e passava la sua giornata ad osservare e proteggere con il suo saggio sguardo, i bambini della scuola. Era un supervisore a quattro zampe! Socrate a volte lo aiutava nel suo lavoro e lui gli lasciava un po' di pappa, ma sempre e solo quando il vecchio Teo era solo……..al primo segnale di presenza umana, correva via e saltava la recinzione. Mai visto un cane saltare così in alto, raccontava il guardiano!!!! Era un fulmine! La notte fra il 10 e l’11 ottobre 2013, un gruppo di ragazzi del quartiere era nel parco a chiacchierare. I loro cani scorrazzavano e giocavano liberi. Daniele, il più piccolo del gruppo, vide in lontananza una macchia nera che si avvicinava, ma che allo stesso tempo si fermava, cadeva giù o barcollava. Si accorsero che si trattava del cane nero, che però questa volta non riusciva a scappare, ma nemmeno li faceva avvicinare…. anzi abbaiava e ringhiava. I ragazzi non si persero d’animo poiché lo vedevano stare male e volevano aiutarlo. Uno di loro andò a chiamare Elena, una ragazza volontaria del canile di Roma. Lei prese il guinzaglio e i biscotti e corse nel parco, quello che accadde dopo è difficile da credersi, forse inspiegabile con le parole. Appena Elena vide Socrate si mise seduta per terra e con la voce bassa lo chiamò. Socrate la scrutava da lontano, lei gli sorrideva… lentamente si avvicinò alla ragazza e, zoppicando, cominciò a guaire. Elena allora provò ad avvicinarsi ancora, e lui questa volta rimase fermo. Quando solo pochi centimetri li dividevano, Socrate fece un balzo verso di lei e cominciò a leccarle il viso. Era fatta finalmente! Socrate si abbandonò a lei…. si fece accarezzare e mangiò dalle mani della ragazza qualche biscotto. Era stremato povero cucciolo, si addormentò piano piano. Ma purtroppo c’era di più. I ragazzi si accorsero che era pieno di ferite di morsi sul lato destro del dorso e che, probabilmente, aveva preso delle bastonate in testa per via dei segni che aveva, ecco perché aveva paura e non si lasciava avvicinare. Era meglio nascondersi e giocare con i gatti del quartiere. Purtroppo per Socrate non era ancora finita! Un uomo, che passava di lì, credendo di far bene, aveva contattato la Polizia Locale che poco dopo accorse e portò Socrate in canile per farlo curare. L’ingresso in canile era ormai obbligatorio per lui, la poliziotta, suo malgrado, doveva eseguire gli ordini. Quando lo misero in gabbia Socrate cominciò ad ululare, provava ad uscire e guardava Elena... il suo sguardo sembrava dire “perché mi hai fatto questo? Io mi sono fidato di te!” Quella notte Elena non chiuse occhio, saperlo in canile rinchiuso in una gabbia al buio la faceva star male. Fu così che prese la decisione. La mattina dopo corse da lui e lo vide lì, sdraiato nella sua gelida gabbia, con lo sguardo perso e triste. Intorno mille cani figli della stessa sorte, si dimenavano e abbaiavano. Lui no, si era oramai lasciato andare. Elena lo chiamò e lui riconobbe subito la voce della sua futura mamma! Cominciò a saltare e scodinzolare, abbaiava agli altri pelosetti intorno a lui e sembrava dire “evviva mamma non mi ha abbandonato…mamma è qui!” Ora Socrate, dopo mille medicazioni ed operazioni, finalmente è felice ed ha reso felice e piena la vita della sua mamma umana, Elena. Trascorre le sue giornate fra baci, coccole e passeggiate, tre cucce morbide e calde…. ma lui preferisce il letto! Nonostante i due anni passati, ha ancora paura dell’uomo e del buio….. forse un giorno grazie all’amore della sua famiglia, di papà Diego e mamma Elena, riuscirà a superare anche le ultime paure rimaste. Questa è la storia di un angelo a quattro zampe….il suo nome è Socrate! Ma di Socrate in canile ce ne sono ancora tanti e tanti ancora hanno bisogno di una casa calda e di un pochino di amore. Anche questo è Natale!